Una palma per la pace!
La pace dell’ulivo. Da un francescano ramoscello verde. Per augurare la cessazione di ogni odio, rancore, rivalsa. Una semplice fogliolina simbolica, sufficiente. Non una fascina colorata in oro, bronzo. Infiocchettata ed arricchita di fiori. Anche la Domenica delle Palme, nella sua simbologia liturgica, viene contagiata dal consumismo floreale. E subisce le mode del tempo. La semplice palma sembra aver stancato. Si rincorre la sofisticazione anche in un essenziale gesto, che anticipa il messaggio della Settimana Santa. Le folle osannanti Gesù a Gerusalemme. L’accoglienza festosa, addirittura ponendo a terra i mantelli in segno d’ossequio. Dopo qualche giorno, le stesse folle, urleranno a squarciagola, la liberazione di Barabba, al posto del Nazareno. La calca euforica. L’esaltazione regale. Cristo entra da sovrano in città. E la gente gli fa ala. Quando viene condannato dinanzi a Pilato, tutti pronti a spedirlo a morte innocentemente. Optando per un rinomato malfattore in sua vece. Il voltafaccia. Il tradimento, di quella stessa folla, che aveva assistito ai miracoli. Che aveva sentito parlar della lieta Novella. Quella stessa gente per la quale Cristo muore sulla croce, sentenzia la sua condanna. L’animo umano contraddittorio. Volubile per opportunismo. Clemente per tornaconto. Ma Cristo si fa acclamare. Accetta che gli lancino l’Osanna, in quanto figlio di Davide. Pur sapendo che saranno le stesse moltitudini a crocifiggerlo dopo qualche giorno. I fasti della gloria, quando si monta in auge. La solitudine, quando si perde quota. Inizia una Settimana, quella Santa, che invita a riflettere sulle tappe del cammino cristiano e dell’esistenza. La nostra Redazione augura a tutti i lettori pace, per una domenica da vivere all’insegna della serenità!